Poi la mattina
un'ingenuità di vetro
con la chiesa e
dentro Dio o
chi per lui.
Stavamo come le mosche
alla merda;
scese dalla croce
a guardare,
il mondo che ne veniva fuori.
Ed era il giorno
o la piazza
od il fumo
ma cominciammo
a muovere la poesia
con la bocca,
ogni uno.
Sventolavano le macerie
come vessilli.
Se si potesse dire
che nel caos
gli occhi gonfiavano il cuore
col senso della quiete.
I palazzi ch'erano venuti
giù.
la rivoluzione sotto al sole.
la mia primavera migliore.